Ciao,
Eccomi con il nostro consueto appuntamento annuale, quello dedicato alla vendemmia appena conclusa, quella del 2023.
Un’annata il cui inverno è stato senza piogge ma caratterizzato da una diffusa umidità, cosa che ha permesso ai nostri sovesci di iniziare a crescere piuttosto bene. Poi è arrivato marzo: in due giorni abbiamo avuto il 60 per cento delle precipitazioni annuali, una quantità d’acqua che ha letteralmente inondato i nostri terreni che per fortuna hanno retto bene: l’azione delle radici dei sovesci e del preparato 500 che dà una struttura colloidale al suolo, rendendolo più drenante e spugnoso, hanno permesso ai nostri vigneti di reggere l’urto, senza particolari smottamenti. Questa pioggia, seppur violenta, ha apportato una buona spinta alla vegetazione. I suoli ne hanno giovato e come risultato abbiamo avuto sovesci ben rigogliosi, con i germogli delle viti e degli alberi da frutto partiti in maniera ottimale.
La primavera ha proseguito bene per tutto il mese di aprile ma a maggio, in piena fioritura e quindi durante un periodo per i vigneti delicato, è arrivato un inconsueto clima umido, seguito da qualche leggera pioggia. Questo ci ha spinto a trattare i vigneti col rame in maniera preventiva al fine di non dover avere problemi di muffe. Quest’anno in gran parte dell’Italia e della Sicilia la peronospora ha flagellato i vigneti portando a un drastico calo delle produzioni e compromettendo le qualità delle uve. Noi fortunatamente non abbiamo avuto alcun problema di peronospora sui grappoli, solo su qualche foglia nella Vigna del Coniglio che si trova a fondo valle. A differenza di altri territori qui le piogge sono state brevi e poco intense ma l’umidità, seppur inconsueta in questo periodo, era spesso presente.
Sulla base dell’esperienza dell’anno passato con il problema della cicalina (ne parlavo nella newsletter dello scorso autunno, ti ricordi?) ci siamo mossi preventivamente, trattando con del caolino (polvere di roccia) i vigneti per inibire l’azione dell’insetto. È andata bene. Luglio è stato il mese più caldo mai registrato sulla Terra, nel nostro territorio non abbiamo raggiunto il picco di temperatura del 2021 ma ci sono stati giorni così caldi da togliere il fiato, cosa che ha rallentato i processi di maturazione delle viti. Durante il mese di agosto il tempo è cambiato, le temperature sono scese, l’aria era decisamente più fresca. Per questo abbiamo deciso di aspettare un po’ di più le uve bianche, quest’anno: all’assaggio dei chicchi il moscato sembrava maturo già dal 10 di agosto ma non ci convinceva aromaticamente, così abbiamo deciso di aspettare ancora qualche giorno prima di iniziare la vendemmia.
Questa è la mappa dei nostri vigneti, per vederla in alta risoluzione sul nostro sito clicca qui
Il primo appezzamento che abbiamo vendemmiato è stato il Fondo alla Palma il 16 Agosto. Abbiamo continuato con l’appezzamento del Muscatedda il 18 e il 19 Agosto, dal 21 al 23 Agosto ci siamo spostati nei vigneti dell’Eureka e dal 24 al 26 abbiamo completato la raccolta del moscato concludendo con l’uva da stendere sui graticci al sole per l’appassimento. L’attesa ci ha dato uve e mosti con più zuccheri ma ancora più ricchi di aromi. Data l’annata abbiamo tenuto i mosti dei bianchi un po’ meno sulle bucce, per non estrarre troppo date le gradazioni alcoliche più alte. I primi di settembre abbiamo iniziato a raccogliere alcune parcelle (Coniglio, Rosa nera, Crita) di nero d’Avola per il rosato, il cui mosto è stato messo in barrique di legni diversi a fermentare. Il Parrino è stato raccolto dall’11 al 14 settembre, questa vigna dà sempre un’ottima uva e anche quest’anno i vinaccioli erano ben maturi e i raspi ben lignificati, con un’uva sanissima e gustosa, con un ottimo equilibrio acido/sapido.
Entrati ufficialmente nell’autunno la luce ha iniziato a cambiare, di notte le temperature si sono fatte sempre più fresche a vantaggio degli aromi del futuro vino: il 23 Settembre abbiamo vendemmiato l’Archimede, abbiamo raccolto appena 18,7 quintali di straordinaria qualità e di grande potenziale. Una nota: da recenti ricerche abbiamo constatato che la vigna dell’Archimede è ancora più vecchia di quello che pensavamo, il vigneto risale agli anni ’50 quindi ha più di settant’anni (!) di età, patrimonio storico di Nero d’Avola per la nostra azienda e per tutto il nostro territorio. Il 25 Settembre è toccato alle ultime parcelle per il rosato (Don Pasquale e Signorina, i cui suoli calcarei portano a una maturazione più tardiva rispetto a quelli argillosi). Il giorno seguente, il 26, è toccato al vigneto Don Paolo. Conca e Lenza lunga maturano sempre più tardi e quindi nell’attesa abbiamo iniziato la raccolta a mano delle olive per il nostro olio extravérgine da cultivar Moresca e Verdese.
Siamo giunti a ottobre, il 5 abbiamo terminato la raccolta del Conca e il 7 ottobre abbiamo concluso la vendemmia con il vigneto del Lenza Lunga, entrambi appezzamenti da suoli calcarei esposti a est.
La 2023 è stata una vendemmia complicata per molti dei produttori di vino con cui mi sono confrontato. Caldo, peronospora e grandine hanno creato non pochi problemi, rispetto a quello che ho sentito noi ci siamo difesi bene, non abbiamo subito perdite a causa della peronospora ma abbiamo avuto un calo della produzione di circa il 20 per cento a causa della grande calura di luglio. Le uve erano molto sane ma leggere, con acini più piccoli del solito.
Tutte le fermentazioni, ovviamente partite spontaneamente (non usiamo mai lieviti selezionati), sono state lente ma costanti, senza mai avere problemi di riduzione. Come di consueto abbiamo parcellizzato le singole vigne sia di bianco che di rosso, vinificando cioè ogni appezzamento singolarmente in modo da lasciar maturare tutte le uve al meglio e per esprimere le caratteristiche dei suoli nel vino. L’assemblaggio avviene successivamente alle fermentazioni malolattiche, quando il vino è più facile da comprendere, cosa fondamentale per capire le tante differenze che vigneti anche vicini possono esprimere.
I vini bianchi del 2023 sono più caldi e avvolgenti rispetto alle ultime annate prodotte, perdendo in freschezza ma guadagnando in complessità. Il Muscatedda mantiene il suo stile erbaceo che richiama la macchia mediterranea, con un gusto meno tannico ma più sfaccettato. L’Eureka è ben bilanciato, sapido e gustoso. Il Moscato prodotto da uve passite che useremo per il nostro liquoroso ha avuto un appassimento ottimale e la concentrazione di zuccheri ha aiutato molto, donando un vino particolarmente ricco. Come vi ho già accennato nella newsletter passata, abbiamo deciso di produrre il nostro passito come moscato liquoroso: la distilleria ha distillato l’acquavite ottenuta dal passito 2022 per fortificare il vino passito 2023. Per noi nasce quindi un progetto di un nuovo vino, con una stilistica più orientata al fine pasto, il vino si chiamerà Uvalsole, te ne parlerò in maniera più approfondita nelle prossime newsletter.
Per quanto riguarda i nero d’Avola è stata un’annata in cui le lente maturazioni hanno concentrato meno zuccheri rispetto ai bianchi, con freschezze nella media. Il rosato è un prodotto che necessita sempre di un gran lavoro, lo abbiamo ottenuto da parcelle differenti: Coniglio e Creta per i suoli argillosi, Rosa nera, Signorina e Don Pasquale per i suoli calcarei. I mosti hanno fermentato in barrique di varie essenze di legni e nelle anfore, dove sosteranno sino alla prossima primavera. Il Rosanera è un vino sempre molto apprezzato, il 2022 nonostante una produzione particolarmente significativa è terminato ancor prima della fine dell’estate. Quest’anno è la terza volta che il Rosanera fermenta e matura in legno, scelta che mi soddisfa molto per i risultati ottenuti, credo siamo riusciti a dare più complessità e piacevolezza a un prodotto per sua natura delicato.
I nero d’Avola da suoli argillosi hanno mantenuto buone freschezze e tipici sentori fruttati, quelli da suoli calcarei si sono fatti attendere di più e come di consueto hanno portato a vini con freschezze importanti e con tipici sentori floreali e minerali. Sono contento di questa vendemmia. La lettura delle uve bianche ci ha dato da pensare ma ci ha spinto alla ricerca della giusta maturazione; per le uve rosse è stato più semplice poiché abbiamo avuto modo di aspettare senza avere mai preoccupazioni riguardo al maltempo: l’autunno è stato molto caldo, quasi una seconda estate.
Durante la vendemmia abbiamo ricevuto una la splendida notizia, la guida Slow Wine di Slow Food oltre a premiare il nostro Terre Calcaree 2021 come Vino Top – quindi vino che ha raggiunto l’eccellenza alle degustazioni – ha assegnato alla cantina Marabino la Chiocciola di Slow Food, riconoscimento per il modo in cui le cantine interpretano valori organolettici, territoriali e ambientali associati a un’eccellente qualità dei vini. Solo 16 cantine hanno questo riconoscimento in Sicilia al momento, e noi siamo la prima cantina del territorio a riceverlo. Una cosa che ci riempie d’orgoglio per il lavoro svolto fino a qui e che ci dà fiducia per il futuro dei vini del territorio di Noto.
A presto,
Pierpaolo Messina